Il sentiero dei nidi di ragno, de Italo Calvino

Non è detto che Kublai Kan creda a tutto quel che dice Marco Polo quando gli descrive le città visitate nelle sue ambascerie, ma certo l’imperatore dei tartari continua ad ascoltare il giovane veneziano con più curiosità e attenzione che ogni altro suo messo o esploratore.

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Lecture par Valentina Iuvara
Durée: 3:07 min.

Le città invisibile de Calvino

Per arrivare fino in fondo al vicolo, i raggi del sole devono scendere rasente le pareti fredde, tenute discoste a forza d’arcate che traversano la striscia di cielo azzurro carico.

Scendono diritti, i raggi del sole, giù per le finestre messe qua e là in disordine sui muri, e cespi di basilico e di origano piantati dentro pentole ai davanzali, e sottano stese appese a corde; fin giù al selciato, fatto a gradini e ciottol, con una cunetta in mezzo per l’orina dei muli.

Basta un grido di Pin, un grido per incominciare una canzone, a naso all’aria sulla soglia della bottega, o un grido cacciato prima che la mano di Pietromagro il ciabattino gli sia scesa tra capo e collo per picchiarlo, perché dai davanzali nasca un’eco di richiami e d’insulti.

  • Pin! Già a quest’ora cominci ad angosciarci! Cantane un po’ una, Pin! Pin, meschinetto, cosa ti fanno? Pin, muso di macaco! Ti si seccasse la voce in gola, una volta! Tu e quel rubagalline del tuo padrone! Tu e quel materasso di tua sorella!
  • Ma già Pin è in mezzo al carrugio, con le mani nelle tasche della giacca troppo da uomo per lui, che li guarda in faccia uno per uno senza ridere: – Dì Celestino, stà un po’ zitto, bel vestito nuovo che hai. E dì, quel furto di stoffa ia Moli Nuovi, poi, non si sa ancora chi sia stato? Bè, che c’entra. Ciao Carolina, meno male quella volta, sì, quella volta meno male che tuo marito non ha guardato sotto il letto. Anche tu, Pascà, m’han detto che è successo proprio al tuo paese. Sì, che Garibladi ci ha portato il sapone e i tuoi paesani se lo sono mangiato. mangiasapone, Pascà, mondoboia, lo sapete quanto costa il sapone?

Pin ha una voce rauca da bambino vecchio: dice ogni battuta a bassa voce, serio, poi tutt’a un tratto sbotta in una risata in iiii che sembra un fischio e le lentiggini rosse e nere gli si affollano intorno agli occhi come un volo di vespe.

A canzonare Pin c’è sempre da rimettere; conosce tutti i fatti del carrugio e non si sa mai cosa va a tirare fuori. Mattina e sera sotto le finestre a sgolarsi in canzoni e gridi, mentre nella bottega di Pietromagro la montagna di scarpe sfondate tra poco seppellisce il deschetto e trabocca in istrada.

 

2 Comments on Il sentiero dei nidi di ragno, de Italo Calvino

  1. Magnifico libro, l’ho letto due volte

  2. Condivido, è davvero un libro bellissimo. Forse tra quelli che preferisco di Calvino.

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