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Se la luna mi porta fortuna, de Achille Campanile

Lecture par Cinzia Dezi
Durée: 3:08 min.

Battista, detto anche Raggio di Sole, s’era alzato tardi e aveva trovato un tempo piovigginoso. Non aveva nulla da fare. Ma pensò d’aver fatto tardi per tutto e che non gli restava altro da fare che uccidersi. Per dir la verità, non era la prima volta che gli frullava in capo l’idea di uccidersi. Anzi, quest’idea gli veniva spesso, quando si alzava. Aggiungiamo, per la cronaca, gli veniva specialmente la domenica. È straordinario il numero delle persone che s’ammazzerebbero la domenica. Chi sa perché. Forse perché è festa e c’è più tempo libero. Del resto, sarebbe un modo come un altro d’impiegar la domenica. Specialmente quei pomeriggi piovosi delle domeniche invernali, quando non si sa dove andare, ci si alza tardi e non c’è più tempo di far nulla, perché si fa subito notte; e si sente dal cortile un pianoforte che suona musica tedesca. Ah, questi musicisti tedeschi! Ne hanno di mancati suicidi sulla coscienza! Vi siete mai domandati, in questi pomeriggi, come avreste impiegato la domenica? E non v’è mai balenata in mente l’idea di un vuoto spaventoso, d’una solitudine tremenda, d’una inutilità disperata e senza rimedio, d’un ritardo fantastico? E non v’è mai venuto il pensiero di riempire questo vuoto con un colpo di rivoltella?

No? Tanto peggio per voi.

A parte la domenica, in generale è straordinario il numero delle persone che pensano al suicidio; e, bisogna, aggiungere, che non si uccidono. Si può dire che tutti ci abbiamo pensato almeno una volta.

Raggio di Sole era uno di quelli che ci pensano soltanto. Finì di vestirsi e, mentre suonava mezzogiorno, uscì, deciso a mangiarsi in un sol giorno tutto il suo patrimonio.

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