Un uomo, de Oriana Fallaci
Lecture par Filomena Oppido
Durée: 3:14 min.
La notte avevi fatto quel sogno. Un gabbiano volava nell’alba ed era un gabbiano bellissimo, con le penne d’argento. Volava solo e deciso sulla città che dormiva, e sembrava che il cielo gli appartenesse quanto l’idea della vita. D’un tratto aveva virato in discesa, per tuffarsi a picco nel mare, aveva bucato il mare sollevando una fontana di luce, e la città s’era svegliata, piena di gioia perché da molto tempo non vedeva una luce. Nello stesso momento le colline s’erano accese di fuochi, dalle finestre spalancate la gente aveva gridato la buona notizia, a migliaia erano scesi nelle piazze a far festa, inneggiare alla libertà ritrovata: «Il gabbiano! Ha vinto il gabbiano!». Ma tu lo sapevi che sbagliavano tutti, che il gabbiano aveva perduto. Dopo il tuffo miriadi di pesci lo avevano aggredito per morderlo agli occhi, strappargli le ali, era esplosa una lotta tremenda che escludeva ogni via di salvezza. Invano egli si difendeva con abilità e con coraggio, beccando all’impazzata, rovesciandosi in salti che spruzzavano immensi ventagli di spuma e spingevano ondate fino agli scogli: i pesci eran troppi, e lui troppo solo. Le ali lacerate, il corpo inciso di tagli, la testa straziata, perdeva sempre più sangue, lottava sempre più debolmente, e alla fine, con un grido di dolore, s’era inabissato insieme alla luce. Sulle colline i fuochi s’erano spenti, la città era tornata a dormire, nel buio, come se nulla fosse successo.
Sudavi a pensarci: sognare i pesci era sempre stato per te un presagio di cattivo augurio, anche la notte del golpe avevi sognato i pesci. Gli squali. Sudavi e capivi che la sconfitta del gabbiano era un avvertimento, forse avresti dovuto rinviare di una settimana, di un giorno, controllare di nuovo le mine sotto il ponticello, accertarti di non aver commesso errori. Ma la sera avanti era incominciata la conta a rovescio, alle otto del mattino sarebbero scoppiate anche le due bombe al parco e allo stadio, sui boschi le colline avrebbero preso fuoco come nel sogno, e i compagni incaricati della missione non erano più rintracciabili. In caso contrario, del resto, cosa gli avresti detto: che avevi sognato un gabbiano divorato dai pesci e che i pesci erano per te presagio di cattivo augurio? Avrebbero riso o creduto che il panico si fosse impossessato di te. Non restava che vestirsi dunque, e partire.
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